
04-11-2016
Legge 19 agosto 2016, n. 166 contro gli sprechi alimentari
Le ragioni che hanno condotto alla recente approvazione della Legge n. 166 del 19 agosto 2016 sono essenzialmente legate all’ormai rilevante problema sociale degli sprechi alimentari: In Europa circa il 50% di cibo sano e commestibile si perde lungo la catena agroalimentare e non arriva al consumatore finale, trasformandosi in rifiuti. Si stima che entro il 2020 la quantità di rifiuti alimentari aumenterà del 40% arrivando a toccare le 126 miliardi di tonnellate di cibo sprecato, a meno che non si adottino delle strategie o azioni preventive. Stando ai dati della FAO, inoltre, sono 925 milioni le persone nel mondo a rischio denutrizione e l’aumento della popolazione mondiale richiederà un incremento della produzione alimentare entro i prossimi 35 anni. Gli obiettivi della nuova Legge n. 166 del 2016, concernente “Norme per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale”, sono dunque quelli di ridurre anche in Italia gli sprechi per ciascuna fase di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione dei prodotti alimentari, agroalimentari e farmaceutici e, nello stesso tempo: favorire il recupero e la donazione delle eccedenze a scopo solidale e sociale, destinandole ai poveri e ai bisognosi; limitare l’impatto negativo sull’ambiente e sulle risorse naturali promuovendo il riuso e il riciclo dei prodotti, contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dello spreco alimentare; sostenere l’informazione e la sensibilizzazione degli enti pubblici e privati e dei consumatori, soprattutto dei più giovani. Il Forum di Agenda 21 Locale, pertanto, ha chiesto all’Amministrazione Comunale e, in particolare, all’Assessore competente per i Servizi Sociali Roberta Tintari, di predisporre le azioni necessarie a perseguire e ad attuare le nuove disposizioni di legge, attraverso l’approvazione degli strumenti amministrativi opportuni per affrontare e gestire, in modo adeguato, permanente e generale, il problema, come le redazione di un apposito Regolamento e l’istituzione di un Tavolo di coordinamento, affinché l’Ente pubblico nonché gli Enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche, promuovano e realizzino, in collaborazione con i soggetti donatori, le attività di interesse generale previste dalla normativa vigente, anche mediante la produzione di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità.

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